La casa di Blonde, una in particolare, ha lasciato tutti a bocca aperta. Blonde di Netflix, basato su un racconto romanzato della vita di Marilyn Monroe tratto dall’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates, ha ricevuto molte critiche, dal momento in cui è stato dato il via libera all’attuale afflusso di recensioni dopo la sua uscita il 28 settembre.
Tra le discussioni più recenti ci sono i luoghi delle riprese, che includono alcune delle vere case di Marilyn Monroe e persino la stanza esatta in cui la star è morta.
Sebbene il film diretto da Andrew Dominik sia una rivisitazione incentrata sui traumi della vita della Monroe, i luoghi delle riprese e la scenografia sono volutamente radicati nell’accuratezza storica.
La casa di Blonde: dove si trova realmente?
Dei molti luoghi in cui la Monroe (nata Norma Jeane Mortenson) risiedeva a Los Angeles, quattro sono stati utilizzati come location per le riprese: il bungalow degli anni Venti a Afton Place, dove visse con la madre nei primi anni della sua vita; l’ex Beverly Carlton Hotel, oggi noto come Avalon Hotel; la casa di Bel-Air che affittò con il fotografo Milton Greene e la moglie Amy durante le riprese di Fermata d’autobus; e la sua ex casa di Brentwood a Helena Drive, dove morì per overdose all’inizio di agosto del 1962, quando aveva solo 36 anni.
Oggi tutte queste case sono in affitto con gli attuali residenti o di proprietà privata.
Curiosità
Per ricreare gli spazi abitati dalla Monroe, ben fotografati durante la sua vita, sono state effettuate ricerche approfondite. Queste case offrono, probabilmente, l’unico punto di contatto con l’essere umano della Monroe nel film. L’ex Beverly Carlton Hotel (ridisegnato da Kelly Wearstler), ad esempio, è stato riportato all’estetica originale del 1948 per il film.
Vi si trovano mobili su misura, come il lettino da giorno e il famoso divano trapuntato della Monroe, e oggetti personali, tra cui libri.
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