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Bonus casa: guida agli incentivi 50% ristrutturazione immobile

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Il Bonus Casa è uno strumento messo a disposizione dallo Stato per supportare quanti decidono di ristrutturare la propria abitazione rendendola più efficiente e confortevole. Consente di portare in detrazione il 50% delle spese sostenute ripartendole in 10 annualità di pari importo. Ecco una guida completa ed esaustiva al Bonus Casa.

Bonus Casa, che cos’è

Il Bonus Casa è una detrazione fiscale messa a disposizione dallo Stato per incentivare la ristrutturazione e il rinnovamento di edifici obsoleti e poco efficienti dal punto di vista energetico. Il Governo, nell’ambito della Legge di Bilancio 2023, ha rinnovato questa misura fino al 31 dicembre 2024. Le caratteristiche sono rimaste pressoché inalterate rispetto all’anno 2023 e in particolare la detrazione fiscale viene prevista in termini IRPEF a un’aliquota del 50%. Il limite massimo di spesa è di 96 mila euro.

Cosa succede dopo il 31 dicembre 2024

Il Bonus Casa al 50% per le ristrutturazioni in ambienti residenziali è disponibile per i lavori che vengono effettuati entro il 31 dicembre 2024. Questo significa che, al netto di possibili proroghe, la detrazione a partire dal primo gennaio 2025 si andrà ad abbassare a un’aliquota del 36%, e la spesa massima detraibile sarà di 48.000 per ogni unità immobiliare. Insomma, per chi ha messo in cantiere una ristrutturazione estetica e un efficientamento della propria casa, potrebbe rivelarsi conveniente iniziare i lavori prima del 31 dicembre 2024.

Bonus Casa, i lavori ammessi

Per poter accedere all’agevolazione prevista dal Bonus Casa, è necessario effettuare determinati lavori. In particolare sono agevolabili gli interventi di manutenzione straordinaria. Volendo essere più precisi, si tratta di interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia in generale. Possono essere effettuati sulle singole unità immobiliari di qualsiasi genere di categoria catastale perché sotto questo punto di vista non ci sono restrizioni. Ciò comporta che l’agevolazione è ottenibile anche per immobili rurali e relative pertinenze.

In caso di manutenzione ordinaria

Gli interventi di manutenzione straordinaria sono agevolabili al 50%, ma lo stesso vale anche per la manutenzione ordinaria. Tuttavia, la legge prevede una restrizione molto importante ossia lo sgravio fiscale è accessibile soltanto se i lavori vengono effettuati sulle parti comuni di edifici residenziali oppure su un singolo immobile nel quale vengono previsti lavori di una certa consistenza ovvero almeno lo spostamento di pareti oppure porte interne.

Gli altri lavori ammessi

La casistica di interventi che permettono di ottenere il Bonus Casa al 50% è molto ampia e prevede i lavori di ricostruzione oppure di ripristino di un immobile che è stato danneggiato da una calamità naturale. Si può richiedere l’agevolazione anche se i lavori sono indirizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche con soluzioni che permettono di migliorare la fruibilità degli spazi residenziali. Infine, sono detraibili anche i lavori eseguiti per la bonifica dell’amianto, creare opere che permettono di evitare gli infortuni in casa, la sostituzione di un eventuale gruppo elettrogeno di emergenza, lavori per minimizzare l’inquinamento acustico e ottenere un consistente risparmio energetico in bolletta.

Come funziona il Bonus Casa

Il Bonus Casa 2024 prevede uno sgravio fiscale del 50% sulle spese sostenute per ristrutturare un’abitazione singola o condominiale. Innanzitutto, c’è da sottolineare che rispetto al passato non è possibile utilizzare lo strumento attraverso lo sconto in fattura o la cessione del credito maturato a un terzo soggetto. In pratica, chi esegue i lavori, può riportare in detrazione in sede di dichiarazione redditi il 50% su un valore massimo di 96 mila euro. Questo significa che per ogni singola abitazione la detrazione massima richiedibile è di 48 mila euro.

La procedura è molto semplice perché è sufficiente effettuare un bonifico parlante che preveda il riferimento alla ditta che esegue i lavori ( occorre inserire la partita IVA) e alla normativa di legge. Effettuare un bonifico parlante è diventato molto semplice perché le banche e poste mettono a disposizione del cliente un servizio ottimizzato per lo scopo per cui è sufficiente flaggare la dicitura.

Chi ha diritto al Bonus Casa

Disporre di una detrazione fiscale del 50% da ripartire in dieci annualità nella dichiarazione dei redditi è certamente un bel vantaggio per chi ristruttura la propria abitazione. La normativa prevede che, per poter beneficiare dell’agevolazione, è necessario che siano rispettati alcuni vincoli. La platea di possibili beneficiari prevede non solo il proprietario di un’abitazione ma anche il nudo proprietario e il titolare di un diritto reale di godimento come nel caso dell’usufrutto. La legge permette questa opportunità anche a un inquilino oppure a un comodatario a patto che siano questi ultimi a effettuare il bonifico parlante. La casistica è molto ampia perché ne hanno diritto anche i soci di cooperative, di società semplici e gli imprenditori individuali che effettuano l’intervento in immobili non strumentali.

Gli altri beneficiari della detrazione al 50%

Il diritto di detrazione fiscale è stato esteso non solo ai proprietari e alle altre situazioni riportate nel precedente paragrafo, ma riguardano ulteriori circostanze. Ne può far richiesta infatti il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile e il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro. La normativa permette questa opportunità anche nel caso di convivente more uxorio.

Come funziona il Bonus Casa per lavori in condominio

Una casistica particolare del Bonus Casa riguarda gli interventi che vengono effettuati all’interno di un condominio. In questo caso è necessario che la ristrutturazione venga svolta sulle parti comuni. Se è soddisfatto questo specifico vincolo, si può ottenere il 50% delle spese sostenute a patto che i bonifici vengano eseguiti dall’amministratore entro il 31 dicembre del 2024 e inoltre l’ammontare delle spese deve essere inferiore ai 96 mila euro per ogni unità immobiliare. Naturalmente l’aliquota anche per i lavori in condominio si abbassa al 36%, qualora questi vengano realizzati a partire dal primo gennaio 2025. Volendo essere più precisi, la normativa rimarca che tutti i bonifici inviati a partire da tale data potranno godere di un’agevolazione al 36% e su un limite di spesa massimo di 48 mila euro. Va detto che le parti comuni sono quelle riferibili a più unità immobiliari funzionalmente autonomi mentre gli interventi spettano a ogni singolo condomino in funzione della quota millesimale di proprietà.

Procedura per accedere al Bonus Casa 50%

Un passaggio obbligatorio per accedere al Bonus Casa con aliquota di detrazione pari al 50% in termini IRPEF, è relativo al pagamento tramite bonifico parlante. Inoltre bisogna seguire dei semplici passaggi. Innanzitutto, prima di avviare i lavori è necessario rivolgersi a un geometra per produrre la documentazione necessaria e presentare all’ufficio tecnico comunale territorialmente competente la segnalazione di avvio di lavori.

In pratica, bisogna attivare la Cila oppure la Scia a seconda del caso. Tra l’altro questo è molto conveniente perché ci sono ulteriori agevolazioni collegate al Bonus Casa come l’IVA agevolata al 10% per l’acquisto degli infissi e per tante altre tipologie di materiali e soluzioni per le finiture della casa. Per quanto riguarda lo stesso bonifico parlante, ci sono delle precisazioni da evidenziare e che riguardano soprattutto gli interventi effettuati sulle parti comuni. In particolare in questo caso, bisogna indicare il codice fiscale e la partita IVA della ditta edile che ha eseguito i lavori e anche il codice fiscale del condominio e dell’amministratore.

Perché è importante il bonifico parlante

La procedura messa a punto dal Governo per attivare l’accesso al Bonus Casa con relativa detrazione fiscale al 50%, è molto funzionale. Infatti, attivando questo bonifico fiscale viene automaticamente caricato nel cassetto fiscale dell’utente il credito d’imposta maturato. Con questa tipologia di bonus non è necessario presentare documentazioni extra sul portale Enea. Il commercialista incaricato di redigere la dichiarazione dei redditi non dovrà fare altro che far riferimento ai versamenti effettuati dal proprio cliente e in automatico verranno caricati gli sgravi fiscali.

La documentazione necessaria per il Bonus Casa

Non ci sono particolari documenti da dover allegare alla dichiarazione redditi per accedere al Bonus Casa. Tuttavia, è consigliabile conservare ed esibire a richiesta degli uffici alcuni certificati come le abilitazioni amministrative (Cila, etc). Sono da conservare anche eventuali domande di accatastamento per gli immobili ancora non censiti, le ricevute dei pagamenti effettuati, la delibera assembleare che approva l’esecuzione dei lavori e la tabella millesimale per riuscire a risalire alla corretta ripartizione delle spese dei vari condomini. Ovviamente sono da tenere le ricevute dei bonifici di pagamento, le fatture, le ricevute fiscali e quant’altro.

Quali sono le spese agevolabili con il Bonus Ristrutturazione 50%

Molto spesso si crede che il Bonus Casa 50% sia utilizzabile soltanto per le spese necessarie per l’acquisto dei materiali e per la relativa posa in opera. In realtà, la legge prevede che possono essere portate in detrazione anche le spese sostenute per la progettazione degli interventi edili e per tutte le altre prestazioni professionali connesse.

Ad esempio, può essere detratto il compenso previsto per la relazione di conformità dei lavori eseguiti e tutto quello che riguarda la messa in regola degli edifici, così come disposto dal decreto ministeriale emanato il 22 gennaio del 2008 e conosciuto anche come decreto numero 37, nonché ex legge 46 dell’anno 1990. Possono essere portate in detrazione anche le spese sostenute per eventuali perizie e sopralluoghi per gli oneri di urbanizzazione qualora siano previsti per l’imposta sul valore aggiunto e per tutti gli altri costi sostenuti e che sono collegabili alla realizzazione dell’intervento.

Bonus Ristrutturazione e cumulabile con altri sgravi fiscali

Secondo quanto evidenziato dall’Agenzia delle Entrate, la detrazione richiesta per lavori di recupero edilizio, non può essere cumulabile con servizi per i quali è prevista la riqualificazione energetica con aliquota pari al 65%. In pratica, se ci dovessero essere dei lavori che teoricamente rientrano sia nella categoria degli interventi necessari per la riqualificazione energetica e sia per la ristrutturazione edilizia, il cittadino ha la possibilità di utilizzare soltanto uno dei due benefici. Ad esempio, se si procede con l’installazione di nuovi infissi, occorrerà scegliere tra la riqualificazione energetica e la ristrutturazione.

Cessione del credito

Nonostante le tante novità apportate nell’ultimo anno solare, il Bonus Casa con l’aliquota del 50% può essere ancora sfruttato non solo in detrazione ma anche con la modalità di gestione del credito d’imposta maturato. In particolare, i riferimenti di legge riguardano gli interventi che sono stati realizzati prima del 17 febbraio 2023. Questa regola è stata introdotta con il cosiddetto Decreto blocca cessioni. Inoltre, c’è da sottolineare che c’è anche un vincolo per quanto riguarda il numero di volte che viene ceduto il credito. In particolare lo si può fare fino a un massimo di cinque volte.

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