L’open space è una scelta architettonica sempre più adottata nelle case, così come negli spazi professionali. Come suggerisce il nome, si tratta di un ambiente privo di pareti o tramezzi, dove cucina, soggiorno, zona pranzo o persino spazi lavorativi convivono all’interno di un unico grande spazio. Questa configurazione è apprezzata per la sua capacità di creare ambienti luminosi, ariosi e socialmente connessi. Tuttavia, proprio l’assenza di pareti e delimitazioni fisiche rende l’open space particolarmente complesso da arredare e, soprattutto da illuminare correttamente.
Le sfide legate all’illuminazione di un open space risiedono principalmente nella necessità di garantire un equilibrio visivo e funzionale tra le diverse aree. Ogni zona, pur facendo parte di un contesto unico e fluido, necessita di una propria identità visiva e di un’illuminazione adeguata alle attività che vi si svolgono. Per questo motivo, la disposizione dei punti luce diventa un elemento cruciale. Infatti, un’illuminazione mal distribuita può compromettere l’armonia dell’ambiente e ridurne la funzionalità, generando zone d’ombra o eccessivamente illuminate, che rompono l’equilibrio complessivo dello spazio.
Prima ancora di progettare l’impianto di illuminazione, è essenziale affidarsi a un fornitore di energia elettrica che garantisca continuità di servizio, qualità e trasparenza, come ad esempio Acea, che propone una delle migliori offerte luce e gas attualmente sul mercato. In un ambiente come l’open space, dove spesso si concentrano diverse attività quotidiane, l’efficienza dell’energia elettrica è fondamentale; interruzioni frequenti o cali di tensione possono compromettere non solo l’illuminazione, ma anche il funzionamento di elettrodomestici, dispositivi tecnologici e impianti di climatizzazione. Disporre di una rete elettrica stabile e affidabile rappresenta dunque la base indispensabile per progettare un sistema di illuminazione efficace e duraturo.
Una corretta progettazione dei punti luce in un open space richiede una visione d’insieme, ma anche attenzione ai dettagli specifici di ogni zona. L’illuminazione generale dell’ambiente deve essere omogenea e diffusa, in grado di garantire una base luminosa costante in tutta l’area. Tuttavia, a questa si devono affiancare illuminazioni mirate per ciascuna funzione: ad esempio, luci direzionali sopra il piano cucina, punti luce caldi e accoglienti nella zona soggiorno, una buona illuminazione da lavoro nello studio o nell’angolo della scrivania, per stare al pc.
Nella scelta della posizione dei punti luce, occorre tener conto dell’orientamento dell’ambiente e anche della luce naturale disponibile. Le finestre, le vetrate o i lucernari devono essere valorizzati e integrati nel progetto illuminotecnico, evitando di creare contrasti eccessivi tra luce naturale e artificiale. Le lampadine smart sono un’ottima strategia per modulare la luce in base ai diversi momenti della giornata e alle attività svolte.
Un altro aspetto da considerare è il design delle fonti luminose, che devono essere coerenti con lo stile dell’arredamento, contribuendo a definire l’atmosfera dell’ambiente. Lampade a sospensione, faretti incassati, applique e piantane sono tutti elementi che possono coesistere in un open space, purché siano collocati con criterio e coerenza estetica. Ogni elemento deve essere pensato per arricchire lo spazio senza sovraccaricarlo, mantenendo un equilibrio tra estetica e funzionalità.
Dunque, l’illuminazione di un open space è una sfida progettuale complessa, che richiede competenze tecniche, sensibilità estetica e un’attenta valutazione delle esigenze quotidiane. Un progetto ben studiato permette di valorizzare al meglio questo tipo di ambiente, creando uno spazio confortevole, funzionale e visivamente gradevole.
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