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Villa Balbianello a Como: tra cimeli d’imprese e scorci mozzafiato

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Villa Balbianello è un’elegante e romantica dimora del XVIII secolo situata a Lenno, sulle sponde del lago di Como. L’edificio si colloca sulla punta della piccola penisola di Lavedo, un promontorio che si innalza a picco sulle acque del lago e che proprio dall’edificio deriva il proprio nome.

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Venne eretta su un preesistente monastero francescano nel 1787 dal cardinal Angelo Maria Durini, letterato e mecenate settecentesco. Dal 1988 è proprietà del FAI per volere del suo ultimo proprietario, Guido Monzino.

La bellezza di Villa Balbianello ne ha fatto una location richiestissima per ricevimenti e matrimoni esclusivi, nonché set di diverse pellicole internazionali. Da Un mese al lago di John Irvin (1995), a un episodio della celebre saga Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni diretto da George Lucas, fino a Casino Royale di Martin Campbell con l’attore Daniel Craig nel ruolo dell’agente segreto James Bond.

Storia di Villa Balbianello a Como

Dopo una lunga carriera diplomatica e all’apice delle sue fortune, nel 1787 il cardinal Angelo Maria Durini decise di affiancare alla Villa del Balbiano un’altra dimora di villeggiatura. Tra il 1790 e il 1793 acquistò l’intera penisola del Dosso di Avedo. Sulla punta del promontorio, dove già sorgeva una chiesa dei frati francescani dedicata a S.Giovanni, fece erigere una nuova abitazione. Date le dimensioni più ridotte rispetto al Balbiano, la nuova residenza venne indicata con il nome di “Balbianello”.

Nel 1797, dopo la morte del cardinale, Giuseppe Sepolina acquistò l’intero complesso residenziale e successivamente la proprietà venne donata a Luigi Porro Lambertenghi, patriota milanese. Qui ospitò Silvio Pellico, precettore dei suoi figli e noto per il memoriale Le mie prigioni. Nel 1821 la villa passò a Giuseppe Arconati Visconti che ebbe nei suoi salotti letterati illustri come Giovanni Berchet e Alessandro Manzoni. Al graduale declino del casato corrispose un progressivo abbandono della villa, durato più di trent’anni.

L’edificio rimase in un completo stato di abbandono finché non fu rilevato e rinnovato da un generale americano, Butler Ames. La famiglia Ames rimase proprietaria fino al 1974 quando il conte Guido Monzino acquistò la villa e ne rimase il suo ultimo proprietario. Erede della famiglia fondatrice della Standa, fu un grande viaggiatore ed esploratore. Alla sua morte, avvenuta nel 1988, Monzino lasciò la Villa del Balbianello al Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) che tuttora la gestisce e ne consente l’apertura al pubblico.

Cosa vedere

Il complesso di Villa Balbianello comprende diversi edifici, circondati da un meraviglioso giardino organizzato per sfruttare al meglio le caratteristiche del paesaggio. Al centro del giardino, in una splendida posizione panoramica, si trova la loggia: edificio a pianta rettangolare costituito da due soli locali. La biblioteca e la sala dei cartografi sono collegati da un portico con due balconi affacciati rispettivamente verso est e verso ovest.

Il corpo principale è costituito da un maestoso edificio a tre piani nel quale si innesta un’ala più bassa affacciata direttamente sul lago. Gli ambienti interni della villa mantengono l’allestimento originariamente voluto da Guido Monzino. Questi custodiscono le collezioni d’arte da lui stesso raccolte, la biblioteca, stampe e cimeli legati alle numerose spedizioni da lui condotte nel corso degli anni.

Potatura del giardino

La maestria nell’arte topiaria dei giardinieri della Villa, che si esprime in ardite potature come quella “a ombrello” del grande leccio, realizzata con l’impiego di imbragature e funi da alpinismo.

Il museo delle spedizioni

Il brivido delle imprese alpinistiche di Guido Monzino, raccontate attraverso gli affascinanti cimeli del piccolo museo da lui voluto e allestito nella Villa.

Le collezioni

Le preziose quanto curiose raccolte di oggetti rari, come quelle di arte primitiva (con esemplari africani, precolombiani, egizi, arcadici e inuit), di carte geografiche, stampe ottocentesche con vedute del Lario, libri, tappeti e rari dipinti su vetro del XVIII secolo.

La loggia Durini

La monumentale struttura ad archi, inverdita da uno stupefacente Ficus Repens e decorata con una rosa dei venti nel pavimento per orientare simbolicamente i ritorni di Monzino dopo le sue esplorazioni intorno al mondo.

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